La Societa' di mutuo soccorso: I Lavoratori del Mare

 

La Societa' di mutuo soccorso: I Lavoratori del Mare

 

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Molfetta, 05/08/2025


Nel gennaio 1883, il pubblicista e patriota molfettese Gioacchino Poli (Molfetta, n. 26 marzo 1853 - Andria, m. 5 agosto 1924) fondò la «Società dei lavoratori del mare».

Si aggiunge ancora una preziosa ed esclusiva ricerca, realizzate dal nostro amico Cav. Corrado Pisani, affinchè non si perda la memoria, attraverso il sito web "www.ilovemolfetta”, gestito dall'Associazione Oll Muvi, condividiamo con tutti Voi che potete leggere il suo pregevole lavoro.

Riunitisi in un giorno non noto della settimana dal 9 al 15 gennaio 1883, la nuova società per acclamazione nominò il Ministro Baccarini suo Presidente onorario. Il Poli, intanto, «cedette gratis il locale a pianoterra in via S. Domenico 7, di sua proprietà, per destinarlo a sede sociale» (A. Fontana, Molfetta raccolta di notizie storiche, 1965).

Alle ore 12.00 del 22 febbraio 1883 il ministro on. Alfredo Baccarini giunse a Molfetta a visitare i lavori del porto. In tale occasione «la Società dei lavoratori del mare presentò all’on. Ministro una medaglia d’argento… e la nomina a presidente onorario». Il suo nome si aggiunse a quello di altri illustri soci: Giovanni Bovio, Felice Cavallotti, Giosuè Carducci, Matteo Renato Imbriani e Victor Hugo.

Il 15 aprile 1883, in occasione della consegna della medaglia al valore civile al giovane marinaro, Mauro La Forgia, che in Verona durante la terribile inondazione del 1882, da solo aveva salvato da morte certa 32 persone, venne proclamato Socio onorario il giornalista-poeta Tito Mammoli di Forlì.
Nel 1886, la Legge 15 aprile 1886, n. 3818 (pubblicata sulla G.U. del Regno d’Italia del 29 aprile 1886, numero 100), stabilì che le Società di mutuo soccorso potevano conseguire la personalità giuridica.

Quattro anni dopo (1890), pur essendo autonoma, la Società cooperativa dei lavoratori del mare non era ancora riconosciuta legalmente.
Il 12 ottobre 1887, il Tribunale di Trani con provvedimento emesso nello stesso giorno ordinò la registrazione della medesima «Società di mutuo soccorso Lavoratori del mare», in caso di non ottemperanza doveva essere radiata.
L’anno seguente la Società di mutuo soccorso «I Lavoratori del Mare» venne inserita nell’elenco delle Società di Mutuo Soccorso registrate fino al 30 settembre 1888 presso il Tribunale Civile di Trani ai sensi della Legge 15 aprile 1886, n. 3818. In verità, a giudizio della Divisione del Credito e della Previdenza presso il Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, non avrebbe dovuto essere registrata, non essendo il suo statuto conforme agli articoli 1, 2 e 3 della già citata legge n. 3818.

Il 2 marzo 1889 il Tribunale di Trani emanò il provvedimento di radiazione con la motivazione che la Società “I lavoratori del mare” prometteva pensioni di cronicità e di vecchiaia.
Nel medesimo anno (1888) la Società pubblicò un sommario resoconto delle sue gestioni per il quadriennio 1883-86. Il documento permette di conoscere interessanti aspetti amministrativi.
Le contribuzioni per il mutuo soccorso nei detti esercizi ammontarono (contributi e tasse d’ammissione di soci) a 25.038,80 Lire, e le spese per sussidi, medico e medicinali giunsero a 9.691,35 Lire. Il patrimonio formato venne così impiegato:
Acquisto fatto nel 1886 di due paranze, o barche a vela latina, comperate nel 1886, chiamate «Sant’Isidoro Greco» e «San Vincenzo Ferreri», per 7.641,35 Lire; acquisto nel 1887 di altre due paranze, chiamate «Faustina» e «Santa Susanna» per 7.070,75 Lire; armamento, approvvigionamento ed attrezzi per le prime due prime 6.524 Lire; idem per le altre due 3.086 Lire. Spesa totale in 24.321,10 Lire. Questa somma comprende poi anche gli utili realizzati colle barche anzidette, che furono i seguenti: Paranze «Sant’Isidoro Greco» e «San Vincenzo Ferreri», nel 1886, 6.215,15 Lire; nel 1887, 2.593,85 Lire; «Faustina» e «Santa Susanna» nel 1887, 2.437,50 Lire. Totale utili 11.246,50 Lire.

Le quattro bilancelle (ossia due paranze) furono vendute alla Società tutte dal proprietario Bartolomeo Pappagallo fu Antonio.

Dimensioni delle stesse erano le seguenti:
1) «Sant’Isidoro» (Sant’Isidoro Greco) di 9,98 tonnellate, lunghezza 11,25 metri, larghezza 4,20 metri, altezza 1,38 metri, matricola n° 939 di Bari;
2) «San Vincenzo» (San Vincenzo Ferreri) di 10,54 tonnellate, lunghezza 11,15 metri, larghezza 4,10 metri, altezza 1,34 metri, matricola n° 939 di Bari;
3) «Faustina» di 10,68 tonnellate, larghezza 11,43 tonnellate, larghezza 4,20 metri, altezza 1,37 metri, matricola n° 1009 di Bari;
4) «Santa Susanna» di 11,99 tonnellate, larghezza 11,13 tonnellate, larghezza 4,20 metri, altezza 1,30 metri, matricola n° 1010 di Bari.

Le prime tre erano state realizzate nel periodo 1878-79 dal costruttore navale Francesco Uva fu Francesco. Tutte le quattro bilancelle (ossia due paranze) furono vendute alla Società dal proprietario Bartolomeo Pappagallo fu Antonio.

Il 18 agosto 1887, Gioacchino Poli fu Giacinto in qualità di Presidente depositò per la conservazione presso il notaio Michele Romano lo Statuto fondamentale della “Società di mutuo soccorso i Lavoratori del mare”, approvato nell’adunanza dei soci del 30 giugno 1887. Il Titolo I precisa che a Molfetta era stata costituita una “Società fra i pescatori di paranze e barchette”.[/i]

Nel 1914 la Società di mutuo soccorso fra pescatori “Lavoratori del mare”, pur non essendo ancora riconosciuta legalmente, vantava 97 soci ed un capitale di 10.000 lire in fabbricati.

Dopo questa data nulla di ben definito si può aggiungere su questa società.



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