A Molfetta: Salvemini, famiglia di costruttori navali

 

A Molfetta: Salvemini, famiglia di costruttori navali

 

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Molfetta, 01/12/2025


La cantieristica navale molfettese deve la sua notevole rinomanza a diverse famiglie molfettesi: una di queste è il casato Salvemini. Tra i molteplici dati raccolti su questa famiglia, qui esporrò quelli relativi ad un ramo di essa che iniziano dai primi decenni del XVIII secolo.

Condividiamo un'altra ricerca, realizzata dal nostro amico Cav. Corrado Pisani appassionato della storia molfettese, i cantieri navali molfettesi, un lavoro che ha reso orgogliosa la città di Molfetta. Un importante contributo alla memoria collettiva della nostra comunità che noi dell'Associazione Oll Muvi, ospitiamo sul nostro sito web "I Love Molfetta". Buona lettura.

Il 28 gennaio 1714, per capitoli matrimoniali rogati da notar Salvatore de Viesti, il giovane Sergio Nicola Salvemini si sposò con Dorotea de Gioia. Da questa unione qualche anno dopo (1716 ca.) nasceva il maschio Gaetano. Nel biennio 1752-53, Dorotea di Gioia (di anni 66) vedova del defunto Sergio Nicola, abitava in una casa di proprietà del monastero di San Pietro posta “alla strettola di Scibinico” unitamente a tre suoi figli chiamati Lucrezia (di anni 27), Rosa (di anni 25) e Francesco Paolo (giudice a contratti, di anni 22).

Il 21 settembre 1737, per capitoli matrimoniali rogati da notar Giuseppe Massari, il marinaro Gaetano Salvemini di Sergio Nicola si ammogliò con la giovane Isabella Carabellese (o Garabellese). Agli inizi del 1752 il nucleo familiare di Gaetano, abitante in una casa del Capitolo Cattedrale posta alla strada della Mente, era composto dallo stesso Gaetano (di anni 36, marinaro), da sua moglie Isabella (di anni 33) e dai figli Dorotea (di anni 15), Sergio (di anni 10), Maria (di anni 3; poi moglie di Mauro Sergio Sciancalepore), Felice (di anni 2) e Pietro Martire (di mesi 2). Cinque anni dopo (1757), i coniugi Salvemini ricevettero un altro figlio maschio, al quale fu imposto il nome di Giuseppe Leonardo senior.

Il 2 ottobre 1780, per capitoli matrimoniali rogati da notar Corrado Pastore, Giuseppe Leonardo Salvemini senior (m. 9 gennaio 1817) si sposò con la giovane Marta de Gennaro (n. 1749 ca. - m. 2 ottobre 1835), figlia di Giuseppe de Gennaro e Anna Patimo. A partire dal seguente (1781) la coppia vide nascere prima Isabella (m. in Bari il 17 agosto 1854; moglie di Antonio Trizio), il marinaro/pescatore Gaetano (n. 1782 ca. - m. 26 giugno 1841; marito di Maria Giuseppa Lisena) e il ferraro Giuseppe (n. 1801 ca. - m. 7 agosto 1841; marito di Anna Maria Pisani).
Il matrimonio tra il marinaro Gaetano Salvemini e Maria Giuseppa Lisena vide nascere: Marta Maria (n./m. 1810), Marta Maria (n. 1812 - m. 1877; moglie di Gaetano Claudio) e Giuseppe Leonardo (n. 1814 - m. 1816). Il 21 giugno 1818 Gaetano Salvemini restò vedovo. Due anni dopo, il 31 ottobre 1820, il marinaro Gaetano Salvemini si risposò con Angela Maria Stoja, figlia del marinaro Girolamo e di Luigia Pansini. Dal secondo matrimonio nacquero sette figli, ma di essi restò in vita solo il maschio Giuseppe Leonardo junior (n. 15 maggio 1823 - m. 22 luglio 1896).

Il 24 marzo 1850 il segatore/calafato Giuseppe Leonardo Salvemini junior si unì in matrimonio con Ottavia Morolla (e Morrelli, m. 28 ottobre 1865), figlia del defunto Michele e di Cecilia Albanese. L’unione tra Giuseppe Lonardo junior e Ottavia vide nascere due maschi: il calefato Gaetano (n. 9 ottobre 1850) e il calefato/segatore Michele (n. 26 dicembre 1855). Rimasto vedovo, il 28 gennaio 1866 Giuseppe Leonardo Salvemini junior si risposò con la filatrice Giovanna de Palma, figlia dei defunti Pietro Martire e Francesca de Redda. Riguardo l’attività dei “segatori” si può leggere l’articolo «Le serratàure» (agosto 1991, «l’altra Molfetta»), corredato da una foto nella quale compare il maestro d’ascia Luigi Salvemini con una sega a rifendere (molf. sèrre a trighènedde).

Il 25 novembre 1875, il calefato Gaetano Salvemini sposò la filatrice Maria Gravinese (n. 18 luglio 1850), figlia del molinaro Paolo e di Giovanna de Palma. Il 5 aprile 1883, Maria Gravinese morì. Il seguente 24 maggio 1883 Gaetano Salvemini si risposò con la filatrice Maria Domenica de Gennaro, figlia di Matteo e di Maria Consiglia Spagnoletti. Il 23 aprile 1910 Gaetano Salvemini si risposò, in terze nozze, con Lucrezia De Bari. Il primo matrimonio di Gaetano Salvemini vide nascere Giuseppe (n. 9 dicembre 1882 - m. 26 giugno 1956) che il 2 settembre 1909 sposò Susanna Paolano (n. 12 febbraio 1890 - m. 19 marzo 1990), figlia di Giovanni e Margherita de Gennaro.

Il 5 gennaio 1879 il calefato/segatore Michele Salvemini si sposò con la filatrice Francesca Gravinese (n 7 aprile 1853), sorella della già citata Maria Gravinese. Dal matrimonio tra Michele Salvemini e Francesca Gravinese risultano essere nati cinque figli: 1) Giuseppe (n. 4 novembre 1885 - m. 22 gennaio 1971; marito di Isabellangela Valente); 2) Paolo (n. 26 maggio 1888); 3) Giovanni (n. 28 aprile 1894; marito di Consiglia del Vescovo), 4) Maria (n. 2 febbraio 1900 - m. 15 giugno 1988; moglie di Michele Albanese), 5) Gaetano (n. 9 febbraio 1891 - m. 26 dicembre 1970).

Il maestro Gaetano Salvemini (figlio del predetto Michele) si unì in matrimonio con Teresa de Candia (n. 31 gennaio 1894 - m. 21 aprile 1969), figlia del fabbro Onofrio de Candia. Dall’unione tra Gaetano Salvemini e Teresa de Candia nacquero tre maschi chiamati Michele, Onofrio (n. 12 aprile 1923 - m. 16 febbraio 1979) e Giuseppe (n. 3 luglio 1931 - m. 4 settembre 2025). Quest’ultimo, il maestro d’ascia Giuseppe Salvemini si sposò con la signora Maddalena Tattoli (n. 1° febbraio 1934 - m. 20 luglio 2008) che gli diede quattro figli: i maschi Gaetano (n. 3 febbraio 1959 - m. 23 maggio 2018; marito di Maria Boccassini), Luigi (n. 17 luglio 1963; marito di Jacqueline Di Gennaro) e le femmine Teresa e Nicla. Sin qui le vicende genealogiche, ora riportiamo le vicende che hanno dato lustro a questa famiglia.

A partire dal gennaio del 1971, il costruttore navale Giuseppe Salvemini (autorevolmente chiamato “meste Peppe” e iscritto al numero 27 del registro dei maestri d’ascia) iniziò a prestare la sua opera presso il cantiere “Alla Via”, già nel 1946 di proprietà del signor Ignazio Rafanelli. Nel decennio 1950-60 in questo cantiere operò (in qualità di collaboratore) il maestro d’ascia Francesco Picca che, nel maggio 1961, ne possedeva la titolarità. Cambiata la proprietà, nella medesima zona demaniale utilizzata dal cantiere “Alla Via” subentrò il Cantiere Ignazio Rafanelli. In questo cantiere, mastro Giuseppe Salvemini costruì l’imbarcazione da diporto chiamata (dal 29 giugno 1971) «Marulì» di 24,35 t.s.l. (Iscritto il 4 agosto 1971 al numero 774 del R.N.M.G. del Compartimento marittimo di Molfetta). In realtà, egli nel 1960 aveva già costruito il piccolo motopeschereccio «Gianni», di 5 tonnellate di stazza lorda, che nel 1991 era iscritto tra le matricole del Compartimento marittimo di Manfredonia.

Il Cantiere Ignazio Rafanelli costruì due natanti:
1) m/p. 74/73, il 6 settembre 1973 gli fu imposto il nome «Impetuoso», data del varo 6 settembre 1973, t.s.l. 31,01 (Dichiarazione di costruzione n. 74 resa in data 9 dicembre 1972). Iscritto al numero ML/1060 del R.N.M.G. del Compartimento marittimo di Molfetta. Demolito il 25 gennaio 2002;
2) m/p. «Città di Anzio», il 16 dicembre 1975 gli fu imposto il nome «Timoteo», data del varo 16 dicembre 1975, t.s.l. 73,03 (Dichiarazione di costruzione n. 31 resa in data 19 dicembre 1973). Acquistato interamente dall’armatore Bartolomeo Camporeale per lire 24.000.000 con atto notar Mario Scilpi di Bari, fu iscritto l’11 maggio 1977 alla matricola n° 1327 del Compartimento marittimo di Molfetta. Cancellato il 30 maggio 1981 perchè iscritto (in pari data) al numero ML/920 del R.N.M.G. di Molfetta. Demolito il 17 novembre 2001.

Con il varo del motopeschereccio «Città di Anzio», il cantiere Rafanelli gestito dal maestro d’ascia Francesco Picca fu rilevato per 1.500.000 lire dal maestro d’ascia Giuseppe Salvemini. In questo stesso cantiere, ribattezzato Cantiere navale “Giuseppe Salvemini”, lavorarono i suoi due fratelli Michele e Onofrio Salvemini (iscritto al numero 31 del registro dei maestri d’ascia, specializzato nella costruzione di gozzi).

Dopo l’apertura del suo cantiere il maestro d’ascia Giuseppe Salvemini (meste Peppe) costruì le seguenti unità:
• m/p. 30/74, dal 23 giugno 1975 «Marconi», data del varo 22 giugno 1975, t.s.l. 24,86 (Dichiarazione di costruzione n. 30 resa in data 31 agosto 1974);
• m/p. «Città di Schiavonea», data del varo 11 luglio 1976, t.s.l. 29,85 (Dichiarazione di costruzione n. 1 resa in data 12 gennaio 1976). Lo scafo (e alcuni accessori) fu venduto per lire 23.000.000. Nel 1991, iscritto al numero 5CR/409 del Compartimento marittimo di Corigliano Calabro, era di proprietà della Cooperativa Sibari Pesca s.r.l. di Schiavonea;
• m/p. «Piccolo Vincenzo», data del varo 12 agosto 1977, t.s.l. 9,86 (Dichiarazione di costruzione n. 10 resa in data 21 febbraio 1977). Iscritto al numero ML/849 del Registro Galleggianti del Compartimento marittimo di Molfetta. Cancellato il 27 ottobre 1989 per passaggio alla matricola di Gallipoli;
• m/p. «Massimo», data del varo 12 aprile 1978, t.s.l. 29,69 (Dichiarazione di costruzione n. 25 resa in data 16 maggio 1977). Iscritto il 17 maggio 1979 al numero ML/870 del Registro Galleggianti del Compartimento marittimo di Molfetta. Cancellato il 25 gennaio 1981 per passaggio alla matricola di Vasto. Nel 1991, iscritto al n. 3PC/295 del Circondario marittimo di Vasto, era di proprietà dell’armatore Cesario Ruzzo e compagni di Vasto;
• m/p. «Jimmy», data di costruzione 1978, data del varo 5 agosto 1979, t.s.l. 29,64 (Dichiarazione di costruzione n. 53 resa in data 6 novembre 1978). Iscritto l’11 agosto 1979 al numero ML/875 del R.N.M.G. di Molfetta. Cancellato il 4 febbraio 1991 per passaggio alle matricole di Pescara. Iscritto il 14 gennaio 1997 al numero ML/1129 del R.N.M.G. di Molfetta con il nome «Savino M.» ex «Atena», ex «Jimmy» (Libro Registro 2002, Volume II, pag. 577). Cancellato il 14 luglio 2004 per passaggio al n. 193 di LOCAMARE la Caletta di Siniscola dove risulta iscritto con il nome di «Gino»;
• m/p. «Palma II», data del varo 11 agosto 1979, t.s.l. 18,75 (Dichiarazione di costruzione n. 1 resa in data 6 gennaio 1979). Iscritto alla matricola ML/877 di Molfetta. Cancellato il 30 maggio 1985 per passaggio alle matricole di Gioia Tauro. Iscritta il 7 agosto 1991 al numero ML/1078 del R.N.M.G. di Molfetta. Cancellata il 20 novembre 1991 per passaggio a Cariati Marina;
• m/p. «Angelo Padre», data del varo 20 luglio 1980, t.s.l. 20,74 (Dichiarazione di costruzione n. 38 resa in data 8 ottobre 1979). Iscritto alla matricola ML/907 di Molfetta. Cancellato il 12 novembre 1983 per passaggio alle matricole di Trebisacce;
• m/p. «Carmela Madre», data del varo 23 aprile 1980, t.s.l. 18,26 (Dichiarazione di costruzione n. 39 resa in data 9 ottobre 1979). Iscritto alla matricola ML901 di Molfetta. Demolito il 31 ottobre 2001;
• m/p. «Giovanna Madre», data del varo 27 giugno 1981, t.s.l. 51,04 (Dichiarazione di costruzione n. 23 resa in data 15 ottobre 1980). Nel 1991 risulta già iscritto alla matricola 4ML/729 di Bisceglie (Libro Registro 1991, Volume II, pag. 203);
• m/p. 17/84, poi «Padre Pio», data di costruzione 1985, t.s.l. 29,51 (Dichiarazione di costruzione n. 17 resa in data 20 luglio 1984). Iscritto alla matricola 250 di Trebisacce;
• m/p. 14/85, poi «Nurella», data di costruzione 1986, t.s.l. 29,51 (Dichiarazione di costruzione n. 13 resa in data 4 settembre 1985). Iscritto alla matricola 262 di Trebisacce. Iscritto il 26 settembre 2000 con la denominazione di «Michelangelo» al numero ML/1149 del R.N.M.G. del Compartimento marittimo di Molfetta;
In questo stesso anno (1986), nella titolarità del cantiere subentra il figlio maggiore, il maestro d’ascia Gaetano Salvemini, iscritto al n° 45 dei maestri d’ascia autorizzati.
• m/p. «N. Ginetta», data del varo 25 aprile 1987, t.s.l. 9,75 (Dichiarazione di costruzione n. 23 resa in data 10 novembre 1986). Iscritto il 16 maggio 1987 alla matricola n. ML/1042 del R.N.M.G. di Molfetta. Entrato in esercizio 15 maggio 1987;
• m/p. «Vincenzo Padre», data del varo 19 maggio 1987, t.s.l. 9,60 (Dichiarazione di costruzione n. 29 resa in data 15 dicembre 1986). Iscritto l’11 giugno 1967 al numero ML/1045 del R.N.M.G. di Molfetta. Nel 1991 iscritto al n. 700 di Mola di Bari;
• m/p. «Cristina», data del varo 10 aprile 1988, t.s.l. 46,47 (Dichiarazione di costruzione n. 3 resa in data 6 maggio 1987). Iscritto il 2 maggio 1998 al numero ML/1054 del R.N.M.G. di Molfetta;
• m/p. «Luigi Padre», data del varo 31 dicembre 1989, t.s.l. 46,47 (Dichiarazione di costruzione n. 12 resa in data 10 dicembre 1987). Iscritto il 1° febbraio 1990 al numero ML/1068 del R.N.M.G. di Molfetta;
• m/p. «Susanna», data del varo 12 gennaio 1989, t.s.l. 9,30 (Dichiarazione di costruzione n. 13 resa in data 10 dicembre 1987). Iscritto il 20 gennaio 1989 al numero ML/1057 del R.N.M.G. di Molfetta. Il 29 maggio 2001 passata alle matricole di Mola di Bari;
• m/p. «S. Antonio IIa» registrato «San Antonio», data del varo 5 agosto 1990, t.s.l. 62,90 (Dichiarazione di costruzione n. 2 resa in data 11 febbraio 1988). Iscritto a Bisceglie.
Il naviglio successivo fu realizzato dai due figli maschi di mastro Giuseppe Salvemini ossia il già citato Gaetano e il maestro d’ascia Luigi Salvemini, diplomato al Nautico di Bari e iscritto al n° 57 dei maestri d’ascia autorizzati. Entrambi i fratelli Gaetano e Luigi, nel corso della loro attività cantieristica, hanno costruito diversi natanti e più esattamente:
• m/p. «Battista», data del varo 21 luglio 1991, t.s.l. 57,86 (Dichiarazione di costruzione n. 3 resa in data 11 febbraio 1988). Iscritto alla matricola 4ML/767 di Bisceglie;
• m/p. «Padre Pio», data di costruzione 1992-93, data del varo 17 ottobre 1993, t.s.l. 35,86 (Dichiarazione di costruzione n. 1 resa in data 7 aprile 1992). Iscritto il 10 novembre 1993 al numero ML/1103 del R.N.M.G. di Molfetta;
• m/p. «Michela Madre», data di costruzione 1994, data del varo 27 dicembre 1994, t.s.l. 15,69 (Dichiarazione di costruzione n. 3 resa in data 3 marzo 1994). Iscritto il 27 dicembre 1994 al numero ML/1112 del R.N.M.G. di Molfetta;
• m/p. 01/95, «Maria e Luigi», data di costruzione 1995-96, data del varo 23 giugno 1996, t.s.l. 43,41 (Dichiarazione di costruzione n. 1 resa in data 26 aprile 1995). Iscritto il 28 agosto 1996 alla matricola n. ML/1126 del R.N.M.G. di Molfetta.
Subito dopo la costruzione del «Maria e Luigi», il cantiere variò la ragione sociale e assunse la denominazione di Cantiere F.lli Salvemini Gaetano e Luigi. Le costruzioni proseguirono con le seguenti realizzazioni:
• m/p. 2/97, data del varo 14 giugno 1998, t.s.l. 49,75 (Dichiarazione di costruzione n. 2 resa in data 5 marzo 1997). Venduto per 550.000.000 milioni dal Cantiere F.lli Salvemini alla Società d’armamento Pantaleo D’Ercole e Giuseppina Chiarella s.n.c.. Con il nome «P. D’Ercole», fu iscritto in data 15 luglio 1998 al numero SV/4969 del Compartimento marittimo di Savona;
• m/p. 3/99, data del varo 30 aprile 2000, t.s.l. 40,00 (Dichiarazione di costruzione n. 3 resa in data 9 marzo 1999). Iscritto il 17 luglio 2000 al numero 4ML/799 con il nome «Nuova S. Barbara»;
• m/p. 4/2000, data del varo 19 maggio 2002, t.s.l. 55,00 (Dichiarazione di costruzione n. 4 resa in data 26 luglio 2000). Iscritto a Bisceglie il 14 giugno 2002 al numero 4ML/801 con il nome «Nuova Antares»;
• m/p. 2/2002, data del varo 20 giugno 2004, t.s.l. 39,94 (Dichiarazione di costruzione n. 2 resa in data 8 novembre 2002). Iscritto a Manfredonia il 5 ottobre 2004 al numero MF/801 con il nome «Venere».

Al naviglio sopra elencato sono seguiti il m/p. Elena; il m/p. Santos; il m/p Argonauta; il m/p Luna Marinara; il m/p. Poseidon; il m/p. Leonardo (di 110,0 GT, iscritto al numero ML/1207) e la pilotina Bellatrix.

Attualmente l’attività cantieristica (settore rimessaggio nautico) della famiglia Salvemini prosegue grazie ai figli di Gaetano e Luigi, rispettivamente chiamati Giuseppe (n. 28 aprile 1985; allievo maestro d’ascia) e Gianluca (n. 11 agosto 1998; maestro d’ascia autorizzato, iscritto al numero 68 del registro).

Chiudo questa esposizione riportando quanto raccontato dal defunto Giuseppe Salvemini in una intervista, rivoltagli a cura dell’Istituto Superiore “Mons. Antonio Bello”, trasmessa sul web il 26 giugno 2024. Lo stimato e valente costruttore navale, in quell’occasione, attestò di aver conosciuto e salutato due volte il Duce e una volta il re V. Emanuele III, precisando che ciò avvenne in giovane età mentre lui ed altri ragazzi erano “tutti in fila al mattatoio di Molfetta … (vestiti) da balilla”. Uno di questi avvenimenti è da ricondurre verosimilmente al 1941, anno nel quale il Duce si portò due volte in Bari. Ed esattamente, sul finire del mese febbraio per conoscere di persona la situazione delle nostre truppe impegnate in Grecia e l’11 luglio per passare in rivista la Divisione alpina Tridentina reduce dall’Albania.


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